venerdì 8 febbraio 2013

COME SEMPRE UN PAESE DA .....OPERETTA!

 
 
Contariamente alle promesse, e tutto secondo una pessima tradizione consolidata nel nostro paese, il taglio al Fus 2013 c’è stato. Stamane il ministro Lorenzo Ornaghi, responsabile alquanto lacunoso dei Beni Culturali, ha presentato alla Consulta una cifra complessiva di stanziamento del Fondo unico per lo Spettacolo, il finanziamento che lo stato dà al settore, pari a 389,8 milioni per il 2013.
Nel 2012 erano 411, 414 nel 2010, addirittura 527 nel 2001. Da giorni si parlava di qualche ritocco in negativo (si diceva 7 milioni) ma non di un taglio così consistente (20 milioni) che riduce a una vera bazzecola l’investimento statale nel settore, confermando così le peggiori previsioni.
I nuovi tagli, spiegano dal ministero, sono una conseguenza delle misure di spending review e della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha ordinato il reintegro dei tagli agli stipendi dei dirigenti.
Su questa esigua cifra,la Consulta ha sempre stamane operato il cosiddetto “spacchettamento” cioè la distribuzione della cifra in percentuale ai vari settori.
Resta così fissato che, come sempre,  il 47 per cento va alle Fondazioni Liriche (ALTRA INCREDIBILE SPEREQUAZIONE SU CUI DA SEMPRE NON SI E' MAI INTEVENUTO, DIVENENDO UN CANCEROSO PARADOSSO DELLA STORIA DEI FINAZIAMENTI PER LO SPETTACOLO DAL VIVO E SOLO IN ITALIA!!!) (ma per effetto del taglio si divideranno 10,1 milioni di euro in meno). Il cinema vedrà il 18,59% e i teatri 16,4% con 3,4 milioni di euro in meno. Alla musica andrà il 14,10% del Fus .
- FOND. LIRICHE 183,2 MLN -10,159MLN
- ATT.MUSICALI 54,9 MLN – 3,047MLN
- DANZA 10,2 MLN + 5.362
- TEATRO, PROSA 62,5 MLN – 3,467MLN
- CIRCO 5,4 MLN – 878.686
- CINEMA 72,4 MLN – 4,0 MLN
- OSS.SPETTACOLO 779.694 – 43.233

Negative ovviamente le reazioni del settore:
“Con l’assenza di risorse – hanno affermato i rappresentanti Agis – si mette in discussione l’attività di molte imprese e dei loro lavoratori. Lo spettacolo, inascoltato, richiede da anni un serio rifinanziamento del Fus, indispensabile per riformare tutto il settore con leggi e regole incisive che possano finalmente semplificare i rapporti con la pubblica amministrazione e facilitino la capacità gestionale delle imprese”. L’Agis chiede a questo punto che i candidati alle prossime elezioni si esprimano, con proposte da mantenere, sui finanziamenti e sul sostegno alla cultura e allo spettacolo.

Anche i sindacati hanno espreso parere negativo. La Cgil del settore ha diramato un comunicato: “Il finanziamento statale così ridotto si somma a una riduzione generalizzata delle risorse pubbliche decentrate destinate al settore (Regioni, Province e Comuni) – dichiara Silvano Conti, coordinatore nazionale produzione culturale Slc Cgil. Il Ministro nella sua introduzione ha toccato temi che lascerà come promemoria sia alla Commissione Cultura Camera-Senato che al prossimo Ministro del Dicastero: Fondazioni Lirico Sinfoniche, Testo Unico Legge Spettacolo dal Vivo, Decreti concernenti la fiscalità e le quote dei broadcasters sulla produzione nel settore Cinema. Ho espresso la netta contrarietà allo Schema di Regolamento riguardante le Fondazioni Lirico Sinfoniche definendo l’operazione “la via corta di una selezione darwiniana delle Fondazioni” senza nessun profilo riformatore, auspicando di converso che nella prossima Legislatura si riprenda con vere riforme di sistema a partire dallo spettacolo dal vivo in cui inserire organicamente il segmento delle Fondazioni.”

“Ho espresso parere positivo sul Decreto giacente in VII Commissione Senato in merito alle quote dei broadcasters da destinarsi alla produzione cinematografica. Inoltre, essendo la copertura del tax credit per il Settore in vigore per tutto il 2013, ho evidenziato la necessità nella prossima legislatura di rendere il provvedimento strutturale e contestualmente la necessità che, già da lunedì, il Ministro firmi il decreto in merito alla definizione societaria di Istituto Luce Cinecittà.”

“Il giudizio quasi unanime di tutte le articolazioni della Consulta (Sindacati – Associazioni Datoriali – Associazioni di Categoria, ecc) è stato pesantemente negativo sia sulla riduzione delle risorse che sui provvedimenti non adottati per il settore – conclude Conti – e solo il forte senso di responsabilità rispetto alla fattiva ripartizione delle risorse ha indotto a votare in termini deliberanti.”