mercoledì 30 settembre 2015

A MARGINE DI TERNI FESTIVAL 2015

E' finita domenica 28 settembre la decima e ottima edizione di Terni Festival 2015, #trfestival2015, festival della contemporaneità, certo la più interessante, innovativa e ben organizzata "manifestazione culturale" che l'Umbria abbia partorito negli ultimi dieci o forse venti anni. E quindi registriamo il sempre ottimo lavoro di Linda di Pietro e Massimo Mancini, eccellenti organizzatori e propulsori di questa kermesse internazionale di assoluto livello. Capace di sbaragliare ogni concorrenza a Terni, Caos ha saputo gestire ottimamente il consenso ottenuto, in modo inconsueto per questa regione così parca nell'aprire opportunità. 
Ma qui a Terni, ora vera capitale della Cultura in Umbria, ha saputo agire e coordinarsi per dotare la manifestazione di ampio respiro, a tal punto che persino il Teatro Stabile dell'Umbria, un'altro storico ente dal "Braccino" corto verso la filiere produttive in Umbria, ha saputo accoglierli nel proprio ampio articolato seno. 
Io non sono ovviamente riuscito a vedere tutto, pur nella mia indefessa qualità di curioso onnivoro, inferiore credo solo a Stefano Romagnoli, ormai spettatore compresente al vivente e al trascendente. 
Mi hanno davvero colpito alcune performance. 

Quella di Leonardo Delogu, con suo affascinate percorso suburbano infra Terni "L'UOMO CHE CAMMINA", di vena tarkovskijana e dalla capacità di miscelare sapientemente irreale e reale, tanto che nella sua realtà aumentata non riuscivi più a distinguere, durante i tuoi passi densi e meravigliati, ciò che fosse vero e ciò che no, come ad essere profondamente calati nel gran teatro del mondo, con i suoi orrori e le sue crepuscolari bellezze.

L'intelligente idea di Ligna (Germania), ovvero "IL GRANDE RIFIUTO", con il ribaltamento completo fra azione teatrale e spettatore che l'agiva, tanto da travalicare il confine "magico" e creare un gruppo di attanti, pronti o meno a gettarsi oltre la quarta/quinta parete. Interessante osservare come taluni professioni dell'osservazione critica fossero un pò paralizzati dal ruolo da giocare e trattenessero intellettualmente la voglia di essere lì, ora e subito.
Poi la potenza scena di Paola Lattanzi, vera dark lady della danza contemporanea italiana, capace di offrire il suo corpo davvero "androgino", o forse meglio, aldilà di una possibile differenza di genere, ma animalitudine pura, che ha esaltato SOPRA DI ME IL DILUVIO di Enzo Cosimi.
Ci sono sate inoltre altre cose interessanti, internazionali, inusitate, giovani, inesperte, furbe, di maniera.
Devo comunque ringraziare tutto lo staff del Festival che è stato di una grande gentilezza e disponibilità verso noi spettatori, talvolta un pò smarriti sul molteplice percorso da svolgere.

Curiosa annotazione da citare in fondo: fa davvero piacere notare le tante coproduzioni presenti, innescate con il Teatro Stabile dell'Umbria e la sua neonata -anche perché costretto della legge ministeriale- attenzione verso le giovani potenzialità del territorio regionale. Curiosa, perché mi faceva tornare in mente una conversazione avuta con un funzionario capo dello Stabile una quindicina di anni or sono, nella quale perentoriamente affermava: noi non produrremo ne coprodurremo mai alcun soggetto locale, poiché la nostra vocazione è limitata e votata al ragionare con strutture similari in Italia. 
Vedi tu... con gli anni, e con la politica che cambia e i soldi che diminuiscono, anche le pietre più resistenti si modellano. 
Che sia davvero l'inizio di una novelle vague umbra?

Auguri ai 10 anni di Terni Festival e complimenti ancora a Linda e Massimo.
Roberto Biselli