FOLIGNO
laboratorio teatrale Teatro Aperto
"Campo 64" il campo di concentramento di Colfiorito
laboratorio teatrale Teatro Aperto
"Campo 64" il campo di concentramento di Colfiorito
regia Roberto Biselli
auditorium san domenico ore 10
auditorium san domenico ore 10
Per l’anno scolastico 2010/2011 la nostra offerta formativa ha toccato da vicino il tema del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, proponendo un percorso strutturato su più livelli di partecipazione, sollecitando alla collaborazione anche con altri soggetti presenti sul territorio, al fine di costruire sinergie socio-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della memoria. Sul Corriere della Sera è apparso un articolo interessante sull’Italia e gli italiani, una riflessione da parte di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sulla storia del nostro Paese in prospettiva del 2011. Si parla di Paese spaesato, in cui si fa sempre più fatica a riconoscere le ragioni dello stare insieme. E dove va un Paese che non conosce e non ama la propria storia?
È pertanto con forti motivazioni che proponiamo la conclusione di un percorso che attraversi i luoghi della nostra memoria collettiva, per contribuire a fare degli studenti protagonisti, interlocutori privilegiati e testimoni di “italianità”, per scoprire insieme la responsabilità che abbiamo noi nei confronti del nostro Paese e della sua storia, ma anche che nella storia risorgimentale ci sono ancora molte cose da raccontare, che forse vengono ignorate dai libri ma sono impresse nel nostro territorio e nel cuore delle persone e rappresentano la ricchezza della comunità locale. Una ricchezza da preservare e tramandare.
Campi di battaglia diventati aree industriali, spiagge protagoniste della storia dei Mille ora piene di ombrelloni o magari villette abusive, luoghi simbolo di fatti illustri oggi terreno di lotta contro la Camorra, dove i protagonisti di un tempo hanno lasciato il posto a eroi meno conosciuti ma altrettanto importanti per la nostra storia quotidiana.
E sarà così che, per ritrovare il filo rosso della grande storia nella nostra storia locale, abbiamo riscoperto che vicino a noi, a Colfiorito, immerso nel verde dello sterminato altopiano, ci fu un campo di prigionia dalle fine degli anni ’40 fino al settembre del ’43, con tutte le interconnessioni che si sono intrecciate col territorio circostante.
La questione del campo di Colfiorito, denominato militarmente il Campo 64 da cui il titolo del progetto, all’interno del territorio del folignate - che fu poi teatro di un significativo movimento di resistenza e lotta partigiana contribuendo non poco alla lotta contro l’occupazione tedesca - si manifesta nella sua scottante evidenza alla luce anche della ritrovata sovranità della Repubblica del Montenegro, poiché in una seconda fase della vita del campo i prigionieri più numerosi furono 1500 soldati montenegrini internati dalla forza di occupazione italiana fascista di stanza in Albania - curiosamente anche una brigata chiamata Perugia - alcuni dei quali, con una fuga clamorosa peraltro favorita da guardie compiacenti, confluirono poi nelle formazioni partigiane del centro Italia. Noi abbiamo voluto ricostruire, tramite il prezioso coordinamento drammaturgico di Gabriella Larovere, una vicenda di finzione intorno a questa vicenda, fondata tuttavia su dati e testimonianze reali; molte sono state infatti le testimonianze e i materiali raccolti intono al campo, la cui memoria però sta scivolando in un lento oblio.
Riteniamo insomma che le manifestazioni legate alla celebrazione del 150° della ritrovata Unità d’Italia del 2011, debbano vertere, oltre che sulle necessarie celebrazioni di tipo istituzionale, anche sulla possibilità di ricordare con degli eventi appositamente concepiti, ancora, e forse sempre più, che l’Unità italiana è figlia di tanti episodi che dal Risorgimento hanno preso significativo spunto per ricostruire questa Giovane Italia, che a dirla alla D'Azeglio, sembra fatta, ma gli italiani non sembrano proprio ancor fatti, e di conseguenza talvolta labile la loro memoria di identità nazionale. Crediamo che Foligno, anche attraverso questo episodio del campo di concentramento e con la successiva lotta partigiana, abbia offerto in Umbria un eloquente contributo a quella idea di Patria nazionale, libera, democratica e antifascista che è opportuno ricordare sempre con maggior vigore.
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